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Chi avrebbe mai pensato che il lupo cattivo potesse un giorno diventare una persona così gentile e amabile? Quando chiediamo ad Alain Mikli perché ha iniziato a disegnare occhiali quasi trent’anni fa, l’eyewear designer francese sorride e ti dà una riposta un po’ impudente: "Per guardarti meglio, mia cara", che ti fa sentire, per un attimo, come Cappucetto Rosso.
 
Inutile fare i seri con Mikli: il designer coltiva l’arte dello scherzo fin dal 1978. Ecco perché i suoi leitmotiv, come “protesi per i quasi ciechi” o “gioielli per gli occhi”, suonano come una sorta di manifesto di stile che incoraggia una sottile provocazione, tratto distintivo del Dna del brand.
 
"Hai guardato bene la mia faccia? La vita è stata generosa con me, mi ha dato un naso grande che mi guida, e la storia va avanti", commenta il designer quando gli si chiede come mai ha creato un paio di occhiali che hanno la forma del suo naso. "Mi interessano le persone che quando comprano un paio di occhiali ci mettono passione. Volevo dare all’eyewear un valore personale: è una questione di dettagli, che mettono in luce il carattere e il volto di un essere umano".
 
Ma come ha fatto Alain Mikli a diventare il Lagerfeld dell’eyewear? Gli Anni 90 e 2000 sono stati quelli del lancio, e la sua carriera oggi annovera collaborazioni di grande successo con Sonia Rykiel, Jil Sander e Issey Miyake, oltre che con il designer Philippe Starck e il regista Wim Wenders.


Senza dimenticare i modelli speciali creati per celebrities come Elton John, Lady Gaga e Kanye West, per cui ha disegnato i famosi “Shutter shades”. Nonostante tutte queste invenzioni, il designer non sembra aver esaurito la sua vena creativa. "La sfida è infinita", conclude. "Voglio capire pienamente, dominare i miei prodotti. Un paio di occhiali deve cambiare e crescere con chi li indossa. Si tratta di trovare il giusto equilibrio fra elemento giocoso e tecnologia"