Il codice etico è la carta dei diritti e dei doveri fondamentali attraverso la quale l’impresa chiarisce le proprie responsabilità etiche e sociali verso l’interno e verso l’esterno. Esso risponde all’esigenza dell’impresa di dichiarare su quali criteri intende operare per bilanciare gli interessi degli stakeholder interni ed esterni. In sostanza il codice etico offre la possibilità a tutte le parti interessate, ovvero a tutti coloro che intrattengono relazioni con l’organizzazione impresa, di potere verificare se le loro aspettative e le loro legittime pretese sono state considerate attraverso un criterio di equità. Se gli stakeholder si riconosceranno nei principi e nelle norme del codice etico, se riterranno che i criteri di bilanciamento degli interessi opposti (proprietà – resto del mondo) sono rispettosi dei loro diritti, allora si saranno poste le basi per un accordo morale di cooperazione vantaggiosa per tutte le parti in gioco. Questo discorso può apparire come una pura e semplice enunciazione di buona volontà, ma così non è. In effetti, il codice etico costruisce relazioni di fiducia reciproca all’interno delle organizzazioni proprio perché richiede un riconoscimento e un consenso alle persone a cui si rivolge, il che risulterebbe difficile o impossibile in un codice disciplinare. La militarizzazione di un’impresa non la preserva da reati e abusi. Al contrario, il codice etico richiede adesione ai principi e alle norme che vengono preventivamente condivise e approvate. Al riguardo, è bene chiarire che l’adesione alle norme del codice non vuol dire che i valori personali dovranno essere cambiati per adeguarli a quelli che “vuole” l’impresa. Il codice etico esprime valori e richiede consenso solo nella sfera delle relazioni economiche interpersonali, senza interferire in alcun modo nella sfera di libertà negativa delle convinzioni religiose, morali, politiche di ciascuno di noi.